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 Il passaggio

In tempi non remoti, ma quando il fatto non era così ricorrente, in caso di passaggio sbagliato si era soliti leggere o affermare che “…la palla ha raggiunto le belle signore del parterre”. Oggi, stante la ricorrenza degli errori, le avvenenti signore e – per stare al passo con i tempi – le veline sarebbero costrette a migrare verso posti con minore esposizione ma certamente più sicuri e meno pericolosi per la loro incolumità.
Perché questo richiamo ai bei tempi andati? Semplicemente perché il passaggio, nelle sue varie forme, è un’arte perduta. In campo vanno giocatori perfettamente preparati dal punto di vista fisico, in possesso di doti atletiche superiori, con eccellente elevazione, capaci di tirare a canestro con buone percentuali di realizzazione, in grado di eseguire i giochi in modo ortodosso (non sempre), ma, nella maggioranza dei casi, incapaci di eseguire passaggi “come tecnica comanda”.


Purtroppo, gli effetti nocivi dei passaggi sbagliati sono sotto gli occhi di tutti. L’incidenza dei passaggi sulla qualità e sull’efficacia del gioco è notevole ed è spesso corresponsabile delle sconfitte di una squadra. Quante volte, tanto per dirne una, si vedono avambracci incrociati, polsi ruotati in modo anomalo, dita racchiuse, braccia eccessivamente allargate nella fase terminale dei passaggi? Non c’è dubbio: spesso e volentieri.
Cosicché, in combinazione con una non minore incapacità di ricevere il pallone (molti giocatori non sono capaciti di costituire un preciso obiettivo per chi passa), i passaggi, oltre che scorretti dal punto di vista tecnico, risultano imprecisi e intaccano la fluidità e la pericolosità delle manovre offensive.


Il passaggio è il carburante che alimenta il gioco, che ne consente lo sviluppo, capace, con la sua velocità, di anticipare i movimenti dei giocatori. Una migliore circolazione del pallone, ottenuta con l’esecuzione di passaggi più precisi e puntuali, fa sì che il gioco risulti più efficace, più incisivo e più piacevole. Ma il gesto tecnico deve tornare ad essere padroneggiato con maggiore proprietà. Il pallone deve tornare a partire dal punto giusto, raggiungere con precisione – al momento giusto e nel posto giusto – il giocatore al quale è indirizzato, deve essere selezionato e coerente con il momento e con la situazione in essere (quanti passaggi battuti a terra, anziché dal petto, vanno a colpire maldestramente i piedi del destinatario o rimbalzano ad una altezza inferiore o superiore al dovuto e sono indirizzati verso una zona congestionata del campo?), non deve rallentare o inceppare la continuità delle azioni.
Come tutti gli allenatori sanno, il basket è uno sport di “ripetizioni”, vale a dire di continua esecuzione dei fondamentali, adeguatamente e tempestivamente corretti – questa è un’altra pecca, da addebitare in particolare agli allenatori/istruttori/formatori del settore giovanile – quando tecnicamente scorretti. L’esercizio ripetuto fino alla completa assimilazione del gesto allena la precisione e la velocità di esecuzione, consente di ampliare il campo visivo, non solo dote naturale ma anche acquisita e sviluppata nel tempo con l’esercizio.


Quindi,un caldo invito agli allenatori: dedicate il tempo necessario, a volte e a torto ritenuto inutile, all’insegnamento e all’apprendimento della corretta tecnica dei passaggi, a cominciare da quelli più ricorrenti. I giovani di oggi vedono passaggi “no look” o dietro la schiena con una certa frequenza ed è molto facile che, per puro spirito emulativo cerchino di replicarli in campo senza avere la dovuta preparazione, le necessarie capacità intuitive e la giusta”ispirazione”.
Non è necessario tornare agli albori del basket, quando l’insegnamento consisteva in una serie infinita – e noiosa, quindi assai sgradita – di passaggi fra due giocatori che si fronteggiavano, ma è opportuno che al passaggio torni ad essere prestata la dovuta attenzione. I risultati non tarderanno ad arrivare: si rivedranno passaggi precisi, opportunamente selezionati, aperture risolutive. Il gioco non potrà che trarne benefici, maggiori saranno i benefici per chi lo userà con proprietà e più gradevole sarà lo sviluppo delle azioni. E il basket manderà un sentito ringraziamento a tutti.
 
P.S.
Una scuola di pensiero porta avanti una teoria curiosa, accettabile ma non esente da perplessità se è vero, come è vero, che qualche crepa compare in questo fondamentale anche oltre oceano. Essa sostiene che i giocatori americani passano meglio perché – sia esso un passatempo, un gioco dell’infanzia, una forma embrionale di avviamento allo sport, un passo ineludibile per i giovani americani (come per noi il calcio), il baseball concorre in modo significativo alla precisione dei passaggi.

 

  

by Giodi

    

          

    

  

   

  

   

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